HORNET CV-8
Portaerei Classe Yorktown

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La flotta dei B-25 al completo.... anzi uno è di troppo
La costruzione della scatola ingranaggi per muovere le quattro eliche
La costruzione della scatola ingranaggi per muovere le quattro eliche
La costruzione della scatola ingranaggi per muovere le quattro eliche
La costruzione della scatola ingranaggi per muovere le quattro eliche
La costruzione della scatola ingranaggi per muovere le quattro eliche
La costruzione della scatola ingranaggi per muovere le quattro eliche
La costruzione della scatola ingranaggi per muovere le quattro eliche
HORNET CV-8
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L´originale

18 Aprile 1942
Doolittle raid - Tokio raid
 
L´incursione aerea su Tokyo del 18 aprile 1942, conosciuta anche come raid di Doolittle, fu il primo attacco aereo che gli Stati Uniti d´America condussero sul suolo giapponese durante la seconda guerra mondiale.
Questa missione fu davvero particolare in quanto sedici bombardieri North American B-25 Mitchell decollarono del ponte della portaerei USS Hornet.

Il bombardamento fu organizzato come risposta all´attacco di Pearl Harbor del 7 dicembre 1941 ed ebbe più valore morale che tattico o strategico.

L´incursione fu pianificata e condotta dal tenente colonnello Jimmy Doolittle, un famoso aviatore e ingegnere aeronautico civile prima della guerra, vincitore anche di un´edizione della Coppa Schneider.
L´idea però venne al capitano della marina Francis Low, il quale osservò che, in particolari condizioni, un bombardiere bimotore sarebbe potuto decollare con successo dal ponte di una portaerei. Successivi calcoli effettuati da Doolittle indicarono che il B-25 Mitchell avrebbe potuto decollare da una portaerei con un ragionevole carico di bombe, colpire un obiettivo in Giappone e atterrare in Cina.

Il 1 aprile 1942, dopo due mesi di duro addestramento, 16 bombardieri medi North American B-25 Mitchell, modificati per l´occasione, furono caricati sulla Hornet ad Alameda, in California, insieme ai loro equipaggi.
Gli aerei, fortemente alleggeriti di tutto quanto non indispensabile, trasportavano 4 bombe da circa 500 libbre, due mitragliatrici da 0,50 di calibro nella torretta dorsale, una mitragliatrice da 0,30 nel muso e taniche di carburante extra. In coda all´aereo furono montate due mitragliatrici posticce, fatte di legno, per scoraggiare eventuali attacchi provenienti da quella direzione.
Gli aerei furono caricati e disposti sul ponte di volo della Hornet nello stesso ordine in cui poi sarebbero partiti.

La portaerei lasciò il porto di Alameda il 2 aprile e pochi giorni dopo raggiunse nell´oceano Pacifico la portaerei USS Enterprise e la sua scorta di incrociatori e cacciatorpediniere.
Gli aerei da caccia della Enterprise avrebbero fornito la protezione aerea necessaria, dato che quelli della Hornet erano stati stivati sotto il ponte per far posto ai B-25.

La mattina del 18 aprile, a una distanza di circa 1.200 km dal Giappone, la task force fu avvistata da un´imbarcazione giapponese (la nave pattuglia No.23 Nitto Maru) che lanciò un allarme via radio, anche se l´imbarcazione fu rapidamente distrutta da un cacciatorpediniere della scorta (USS Nashville)
Doolittle e il comandante della Hornet, il capitano Marc Mitscher, decisero di far decollare subito i bombardieri, con un giorno di anticipo e circa 370 km più lontano dal punto previsto.
Tutti gli aerei decollarono senza problemi e volarono in fila e a bassa quota (per evitare di essere individuati) fino al Giappone.
Lo raggiunsero verso mezzogiorno e bombardarono obiettivi militari a Tokyo, Yokohama, Kobe, Osaka e Nagoya; purtroppo furono colpiti anche insediamenti civili.
Dopo il bombardamento, gli aerei, volarono sul mar Cinese Orientale diretti in Cina, dove erano state allestite apposite basi di supporto.

Durante il volo verso la Cina incontrarono però molte difficoltà: il sole stava tramontando, il carburante era in esaurimento e le condizioni meteo stavano rapidamente peggiorando.
A causa di tutti questi problemi gli equipaggi capirono che probabilmente non sarebbero mai riusciti a raggiungere le basi di supporto, rimanendo nel dubbio se lanciarsi sopra la Cina orientale o tentare un atterraggio di fortuna sulle coste cinesi.
Quindici equipaggi scelsero di lanciarsi; uno invece, nonostante il consiglio contrario di Doolittle, atterrò con successo a Vladivostok, in Russia, dove il B-25 fu sequestrato e i membri dell´equipaggio internati fino al 1943, quando riuscirono a fuggire in Iran.
Doolittle e i suoi uomini, dopo esser atterrati con il paracadute in Cina, ricevettero assistenza dal missionario americano John Birch, che fu poi in seguito raccomandato da Doolittle per lavorare con i servizi segreti del generale Claire Chennault.
Molti degli equipaggi che si lanciarono sulla Cina atterrarono senza problemi; due equipaggi (10 uomini in tutto) furono però catturati.
Il 15 agosto 1942 gli Stati Uniti seppero dal consolato svizzero di Shanghai che 8 dei 10 uomini mancanti erano tenuti prigionieri dai giapponesi nella centrale di polizia della città; gli altri due erano morti nell´atterraggio.
I superstiti, 4 uomini, furono liberati dalle truppe americane nell´agosto del 1945

Paragonato ai devastanti bombardamenti portati avanti dai B-29 Superfortress qualche anno dopo, il raid di Doolittle provocò pochissimi danni materiali. Nonostante questo, la stampa enfatizzò molto l´operazione e, quando la notizia del presunto successo fu data agli americani, il loro morale si risollevò.
Il raid ebbe anche un minimo impatto strategico: obbligò i giapponesi a richiamare dal fronte alcuni caccia per difendere la madrepatria, diminuendo la loro capacità aerea contro gli alleati nel teatro del Pacifico.

Fonti: Wikipedia --- www.ibiblio.org/hyperwar/


CARATTERISTICHE
Portaerei:: Classe Yorktown
Nome: Hornet - CV-8
Date
Impostata 25 settembre 1939
Varata 14 Dicembre 1940
Entrata in servizio 20 Ottobre 1941
affondata 27 Ottobre 1942
Lunghezza: 251,3 m
Larghezza: 34,7 m
Altezza: 45 m
Pescaggio: 8,5 m
Dislocamento: 20.191 t (26.000 t a pieno carico)
Propulsione:
9 caldaie Babcock & Wilcox
4 turbine meccaniche Westinghouse
4 assi elica
120.000 CV
Velocità: ~ 32,5 nodi (61 km/h)
Autonomia: 23.150 Km (a 28 Km/h)
Equipaggio: 2.200 addetti alla nave + addetti al ponte di volo
Sistemi difensivi:
Corazzatura ponte hangar 38 mm
Corazzatura verticale da 64 a 108 mm
Armamento:
8 pezzi da 5"/38 Mark 24 Mod 2 (127 mm) (affusti singoli)
16 pezzi da 1,1"/75 (28 mm) (4 affusti quadrupli)
24 pezzi .50"/90 M2 Browning MG (12,7 mm)
Mezzi aerei 80-100 aerei tra cui:
18 Grumman F2F
36 Douglas TBD Devastator
37 Curtiss SBC Helldiver

Il modello
Derivato dalla scatola di montaggio statica della Trumpeter in scala 1/350
Non sono state fatte grosse modifiche. A parte l'autocostruzione del gruppo di riduzione che muove tutte e quattro le eliche.
Ho usato anche i kit di fotoincisioni della Eduard ....... Non credo però sia stata una buona idea montare questi kit su un modello che dovrà essere navigante .... troppo fragili e miniscole .....

Comandi abilitati 3:
Motori
Timoni
Fumaiolo


Elenco componenti:
N° 1 Mini Servo Hitec HS-55 MG per il timone
N° 1 Speed 250
N° 1 riduttore 3:1 autocostruito 4 assi
N° 1 Regolatore di velocità Micro Speed 4 Graupner
N° 1 Ricevente 4 canali std
N° 1 Ricevente 4 canali std
N° 1 Batterie 2S1P 900mA
Cominciamo con i 16 bombardieri B-25B Mitchell ......

Triste notizia ...... purtroppo dopo tanto lavoro, anche la Hornet diventa un modello statico come la Charles de Gaulle.
Non sono riuscito in nessun modo a bilanciare la nave. Troppo peso in alto rispetto al baricentro e quindi totalmente instabile.
 

    ... continua ...
    



































 

Alessio M.
 
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